Coltivare è un atto politico diceva Carlin Petrini. Lo è anche fare delle scelte alimentari.
Lo è di più se oltre ad un sistema alimentare vorresti cambiare anche un sistema sociale.

Io non lo so se le CSA possano essere una risposta definitiva ad un problema, ma so che uniscono le persone e creano spazi sociali e di condivisione oggi quasi inesistenti. Per lo meno dove abitiamo noi, in questi territori cosiddetti marginali che a me paiono più il centro del mondo in realtà. Viviamo in una terra spogliata da decenni di fughe lavorative verso la pianura e perdita di identità. Eppure sempre più spesso incontro volti di persone che cercano di ricostruire un percorso e un futuro per la nostra montagna.
La CSA per me si incastra perfettamente in questo contesto e tutte le persone che ne fanno parte ne sono l’esempio. Sono tutte persone che comunque hanno fatto una scelta, forse anche non facile, bisogna dirlo.
Una scelta però, che ha una direzione ben precisa. Coltiviamo il cibo che mangiamo, costruiamo un mondo di fiducia e solidarietà, tuteliamo l’ambiente.
A me non sembra una scelta banale.
Spesso alcuni soci si dicono dispiaciuti perché non riescono a partecipare abbastanza e che forse il prossimo anno non ci saranno più perché si sentono in difetto.
Sostenere questo progetto parte però dal mangiare le nostre verdure, nell’impegnarsi a cucinarle tutte le settimane, nel venire a ritirare la propria cassetta in uno dei punti di ritiro, nell’accettare che la natura ha i suoi tempi e che porta in tavola quello che c’è in campo.
Niente di più difficile in un tempo in cui al supermercato troviamo banane già sbucciate e tagliate. Prima o poi le troveremo già mangiate.
Allora scegliere diventa importante. Diventa importante esserci, perché la qualità della scelta si fa nell’impegno costante, nel pretendere che il mondo sia un po’ più come lo vogliamo tutti noi.
E allora tocca anche mettersi in gioco, ci tocca faticare tutti un pò ogni tanto, consapevoli della scelta che stiamo facendo. Però non siamo soli. Mai.
La comunità ha il ruolo di sostenerci come singoli, per fare in modo di non sentirsi più tali, ma molteplici, supportati ma responsabili nei confronti degli altri. Una terra senza comunità non ha futuro. E non è vero che le scelte dei singoli non cambiano le cose. Perché se la scelta diventa comunità, il cambiamento arriva eccome.
Il cambiamento però, sarà sempre lento e graduale, e ci sarà sempre qualcuno che apre la strada. Tutti i soci delle CSA, non solo la nostra, sono un pò pionieri di tutto questo. Solo mangiando della verdura. Facciamo già la differenza. E possiamo farne molta di più.
Penso sia importante essere molto consapevoli di tutto questo. Spesso nel vortice di questo complesso mondo le nostre vite ci sembrano quasi insignificanti, tutt’al più irrilevanti rispetto agli equilibri generali. Ma non sempre è così.
Noi mettiamo sempre il massimo del nostro impegno in questo progetto e con noi, adesso ,tante altre persone. Ma senza la comunità, senza le persone che decidono di partecipare tutto questo non sarebbe possibile. E allora esserci, per noi, è importantissimo. Anche se non si riesce a venire nei campi tutte le volte che si vuole. Partecipare ad una CSA è già una scelta politica importante e di responsabilità collettiva.
Continuiamo a costruire insieme un’alternativa. Verrà il tempo in cui costruiremo altri progetti insieme. Un po’ per volta. Non c’è fretta. Noi ci siamo e continueremo ad esserci.

Buon fine 2022 a tutti. Ci vediamo nel 2023!

 

L.